10 luglio 2012

Dire (quasi) la stessa cosa

Mi scuserà il signor Eco se prendo a prestito il titolo di uno dei suoi libri sulla traduzione.
E' che ho appena terminato la revisione di parecchi testi e vorrei condividere alcune riflessioni con i miei lettori.
In generale, spesso chi non traduce crede che la traduzione sia una trasposizione del testo da una lingua ad un'altra "in modo che si capisca". Non importa se la traduzione non è fedele all'originale, se lo stile è diverso, se alcune parti sono state riassunte invece che tradotte, ecc.
Alcune volte, purtroppo, errori di questo genere si trovano anche tra colleghi o presunti tali.
Se in alcuni testi la libertà del traduttore in termini di vocabolario e stile è più elevata, nei testi tecnici scompare del tutto, fermo restando la necessità di produrre un testo leggibile e comprensibile per i destinatari.
In un testo tecnico (norme, brevetti, manuali, schede di sicurezza) la scelta dei termini è fondamentale. Usare un sinonimo o un'accezione diversa di un termine può essere fonte di errori. Se l'originale ripete cento volte lo stesso termine, chi traduce scriverà cento volte la traduzione di quello stesso termine. Non un sinonimo, per rendere il testo più leggibile. Una norma tecnica non è un romanzo bestseller. E' noiosa da leggere, ma deve essere scritta in un certo modo. Punto.
Stesso discorso per lo stile. Lo stile è impersonale, generalmente (mi riferisco a norme, istruzioni, manuali) con verbi all'infinito e frasi spesso brevi e lineari. Perché modificare lo stile con frasi subordinate, lunghe, disposizioni diverse di verbo/complemento? Di nuovo, il lettore non deve divertirsi, deve imparare a eseguire una determinata azione o serie di azioni.
Spesso il brutto è che il significato non cambia. I termini usati sono in qualche modo corretti lo stesso. I concetti di base sono stati comunque trasmessi. Ma non è la stessa cosa, non è lo stesso testo.
La traduzione - specie quella tecnica - non è una forma di scrittura creativa.

Quando vedo errori di questo genere in testi tradotti da colleghi mi arrabbio.
Se il traduttore non ha chiaro il tipo di testo che si trova davanti, il suo scopo e il pubblico di destinazione, non ha capito gran parte del suo compito. Purtroppo però la prassi è molto diffusa.
I non addetti ai lavori spesso non si accorgono o non si interessano. Eppure queste "scelte di stile" possono produrre gravi danni.
Pensate ad un brevetto. Ogni parola deve essere ben ponderata o cambieranno l'oggetto e l'ambito di protezione del documento.
Purtroppo spesso errori in apparenza banali generano una reazione disastrosa a catena.

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