21 settembre 2011

L'importanza del trattino

Faccio parte anche io della generazione dei lavori "mordi e fuggi": contratti di pochi mesi, mansioni che cambiano con la velocità della luce, posti di lavoro e facce dei colleghi diversi da un mese all'altro. Se da una parte questa situazione può essere positiva per una persona irrequieta come me (non per nulla ho lasciato un posto fisso per fare la freelance!), dall'altra richiede notevoli capacità di adattamento, rapidità di apprendimento e la messa in campo di tutte le attitudini che si possiedono.
Dovendo rassegnarsi a questa precarietà sul lavoro, ho imparato a cogliere il meglio da ogni posto in cui ho lavorato, cercando di imparare quanto più possibile per metterlo nel sacco delle mie capacità.
Qualche mese fa ho seguito un breve corso di Suzanne Deliscar, una "lawyer-linguist" (avvocato e linguista) come lei stessa si definisce. La Deliscar parla appunto dell'importanza di questo trattino tra le professioni come strumento di marketing, per apparire sul mercato come unico.
Troppo spesso le nostre stesse attività che ci presentano agli occhi dei potenziali clienti limitano la nostra immagine. sono ingegnere, chimico, traduttore, parrucchiere, impiegato in banca... E basta? Impossibile. L'ingegnere può essere un appassionato di vela, il chimico avere una passione per il teatro, il parrucchiere adora la storia classica. E avanti all'infinito.
Tutte le nostre passioni e le attività che abbiamo imparato negli anni si aggiungono diciamo così al nostro portfolio e ci rendono unici rispetto agli altri appartenenti alla nostra categoria professionale.
Il mio punto di forza come traduttrice è la laurea in chimica: quanti laureati in chimica traduttori (o traduttori realmente specializzati in chimica) ci sono? Pochi direi. (Che poi al cliente questo non interessi più di tanto e preferisca magari spendere meno con un traduttore che gli consegnerà una traduzione magari buona e corretta ma non ineccepibile è un altro discorso).
Analogamente, il mio punto di forza come consulente chimico è l'avere conoscenza di molte realtà industriali diverse e anche di essere aggiornata sulle novità mondiali (che apprendo spesso quando traduco).
Ci sono poi molte altre caratteristiche del mio modo lavorativo che ho appreso negli anni e che adesso si rivelano punti di forza: il multitasking, lo spirito di adattamento, le capacità organizzative, il sapersi muovere in realtà lavorative piccole e grandi, il sapersi rapportare con persone di età, cultura, formazione molto diverse, e via così.
Se dovessi presentarmi con un trattino sarei "chimico-traduttrice", che è ben diverso da dire che sono una traduttrice di testi chimici. Come consigliato dalla Deliscar, adesso mi presento anche io in questo modo. Non ha senso nascondere alcune delle proprie abilità e professionalità perché sembra che in quel momento non abbiano niente a che fare con le richieste del mio cliente. Sono quello che so e che so fare, non c'è da vergognarsi. E' vero, ho sempre voluto fare il chimico e a un certo punto ho cambiato idea e ho preferito fare la traduttrice. Non la considererei una situazione negativa, bensì un'opportunità positiva, che indica, ad esempio, la mia curiosità per settori diversi, la mia capacità di mettermi in gioco e di accogliere le sfide, la costanza e la volontà di mettermi a studiare argomenti diversi nel corso degli anni. Non credo che un cliente veda questi aspetti come negativi.
Vi invito a farvi questo "esame di coscienza", a riflettere su tutte le abilità che avete acquisito negli anni e che spesso negate per incasellarvi in una professione che vi rende uguali a molte altre persone.
In fondo il marketing passa anche attraverso la differenziazione come arma di concorrenza. O no?
E voi, che trattino siete?

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