Capita di lavorare con un collega su uno stesso progetto parlandosi solo per e-mail. Capita di conoscerne un altro che abita non poi così distante da te dopo uno scambio di opinioni. Capita di cercare un’informazione e trovarla, insieme a chi te l’ha regalata.
Capita anche di incontrare, finalmente, dal vero colleghi che fino a poche ore fa erano una foto su un sito, un indirizzo di posta elettronica, un commento su un blog. E capita anche di incontrarne altri di cui non si conosceva l’esistenza, ma che abitano a pochi chilometri e lavorano nel tuo stesso settore.
Tutto questo (e molto di più) al primo PowWow a cui ho partecipato la settimana scorsa.
Come dice Wikipedia: Il powwow (anche pow-wow o pow wow o wau Pau) è un insieme di persone native del Nord America. La parola deriva da powwaw, che nella lingua della tribù dei Narragansett significa "leader spirituale".Nel mio caso si è trattato di una riunione amichevole fra traduttori della zona di Torino (anche se qualcuno arrivava da più lontano). Il momento conviviale e piacevole è servito anche a conoscere di persona alcuni colleghi virtuali e altri che non si conoscevano proprio. Parlando a quattr’occhi i traduttori generalmente solitari si possono confrontare meglio su tematiche e problemi di tipo lavorativo. A volte scoprire che qualcun altro ha dovuto affrontare lo stesso problema, ha la stessa opinione su un cliente/argomento, ti aiuta a sentirti meno solitario davanti all’”impersonal” computer. Generalmente queste riunioni di traduttori hanno un tema di discussione, questo a cui ho partecipato era mirato alla creazione di una rete di mutuo soccorso fra traduttori specializzati in campi diversi. Per chi traduce in campo medico è rassicurante sapere di poter contare su un collega specializzato nel legale o in campo informatico per risolvere eventuali dubbi terminologici.
Un powwow moderno è un tipo specifico di evento in cui la gente si incontra per danzare, cantare, socializzare e onorare la cultura degli indiani d'America. A volte c'è anche una gara di ballo con premi in denaro. I powwow possono durare da un minimo di un giorno e cinque ore ad un massimo di tre giorni. I powwow più lunghi di tre giorni durano in genere una settimana intera e servono a celebrare un'occasione speciale.
Il termine inoltre è stato usato per descrivere ogni raduno di nativi americani di ogni tribù.
L’idea di questa rete di traduttori mi sembra ottima, per vari motivi. Oltre che come sorta di mutuo soccorso, è possibile lo scambio di lavori/clienti: se un cliente mi contatta per una traduzione in un campo poco familiare, invece di declinare la richiesta la posso dirottare ad un collega fidato (che prima o poi, si spera, ricambierà il favore), senza perdere il cliente. Inoltre, c’è l’idea di non essere così isolati e soli, di avere comunque dei colleghi con cui chiacchierare e confrontarsi. I traduttori non hanno un albo professionale. Il passaparola e l’unione possono però rivelarsi utili in alcune situazioni (quali, ad esempio, lo scarso riconoscimento della nostra figura professionale).
E in un periodo di individualismo, egoismo e corsa al successo, creare una rete di contatti e aiuti mi appare come un’oasi nel deserto. Non è vero che, essendo liberi professionisti, si è tutti contro tutti. Possiamo lavorare tutti senza farci le scarpe, anzi aiutandoci e sostenendoci.
Anche tralasciando tutti gli altri motivi per cui questo powwow è ben riuscito, mi sembra una iniziativa utile dal punto di vista umano e professionale.
Allora W il PowWow.
Nessun commento:
Posta un commento