21 gennaio 2011

Il coraggio di dire NO

Avevo appena detto che non avrei lavorato per noccioline e...lupus in fabula.

 Mi contatta un potenziale cliente (agenzia di traduzioni) alla ricerca di traduttori molto specializzati. Tariffe offerte da fame. Anche la tariffa "premium" riservata ai traduttori che collaborano a lungo è molto al di sotto delle tariffe auspicabili.
Ho risposto di NO.
Anche se non sono particolarmente piena di lavoro in questo momento, anche se qualche soldo fa comunque sempre comodo, anche se è un nuovo cliente.

Il traduttore è un lavoro, non un hobby, né (solo) una passione. Col mio lavoro di traduttrice ci pago le bollette e il mutuo, ci faccio la spesa. Ho studiato per 5 lunghi anni una materia difficile, ho fatto la mia gavetta, come chimico e come traduttrice, mi sono rimessa in gioco a 30 anni e ho studiato molto per diventare una traduttrice a tempo pieno. Non voglio svendere tutto questo, non voglio svendermi.

Purtroppo il traduttore, come molte altre professioni ormai, deve contrattare il prezzo al ribasso se vuole lavorare, ma per fortuna non con tutti. Una traduzione non si compra al mercato o ad un'asta. E' un lavoro di un professionista e - come tale- ha il suo prezzo. Solita frase trita e ritrita: se vado da un avvocato/dentista/primario pago la parcella senza discutere. Io ho un prezzo, il mio lavoro ha un prezzo. Punto.
Se tutti i colleghi la pensassero così, anche i clienti, in particolare le agenzie, si adeguerebbero. Ma questo discorso è vecchio come Giobbe.
L'importante è essere coerenti con se stessi e sapere quanto si vale.
Io ho detto NO, perché, come una nota pubblicità dice, "Perché io valgo".

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