18 marzo 2013

La chimica papale

Dopo aver scritto un amaro post sul conflitto Chiesa e Religione, ecco un altro articolo in cui la scienza e la religione vanno d'accordo.

Avrete saputo tutti che il nuovo Papa Francesco I ha studiato da chimico in gioventù. Questo Papa mi piace e quindi questo essere in qualche modo colleghi mi inorgoglisce.

Ma non è per scrivere dei cosiddetti sei gradi di separazione tra me e il Santo Padre che sono qui.

Una curiosità sulla fumata.
Si parla di fumata nera o bianca, rispettivamente, per indicare che il Conclave non ha eletto il nuovo Papa oppure sì.
Il fumo è provocato dalle schede elettorali dei partecipanti alle elezioni (avrete visto tutti al TG i tecnici che installavano un lungo camino nella Cappella Sistina), ma il colore della fumata è provocato da sostanze diverse.

In passato, per indicare che non si era trovato un accordo per il nuovo Pontefice (fumata nera), si utilizzava il catrame, mentre per provocare la fumata bianca si usava della paglia.
Fino all'elezione di Papa Giovanni Paolo II, le schede e la sostanza scelta per indicare la fumata bianca o nera venivano bruciati nella stessa stufa.
A partire dal Conclave del 2005, invece, si utilizza una cassetta separata contenente fumogeni di diversa composizione, da inserire insieme all'altro materiale da bruciare nella stufa apposita.

La fumata nera si ha con una composizione costituita da perclorato di potassio (usato come propellente nei petardi), antracene (composto presente nel catrame e nei residui di combustione) e zolfo.

Per la fumata bianca si utilizzano clorato di potassio, lattosio (zucchero presente nel latte) e colofonia, vale a dire una resina gialla ottenuta dalle conifere.

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