26 marzo 2013

Curriculum vitae: errori ed orrori




Mi capita spesso di ricevere curriculum da parte di colleghi o studenti che si propongono come collaboratori.

Generalmente cerco di rispondere a tutti, cortesemente e in tempi brevi, anche se con una frase negativa, nel caso in cui non sia in grado di offrire una collaborazione, memore di quando mi trovavo io dall'altra parte della barricata.

Spesso però questi CV sono o contengono errori ed orrori che farebbero scappare a gambe levate anche il più navigato dei selezionatori di personale.
Ormai si trova moltissimo sul web su come scrivere un CV, una presentazione, eppure a volte gli orrori derivano esclusivamente dalla mancanza di buon senso.

Ecco un paio di consigli, non per scrivere un CV vincente (se sapessi questi consigli probabilmente sarei top manager di qualche multinazionale multimiliardaria), ma per scrivere un CV che venga almeno letto fino in fondo e non cestinato appena aperto.

- Grammatica e ortografia: lo ripetono tutti i siti che danno consigli di questo genere. Inoltre dovrebbe essere una cosa naturale che un diplomato/laureato sia in grado di scrivere un CV corretto dal punto di vista formale e grammaticale. Eppure spesso, molto spesso, gli errori di ortografia, di spelling, di grammatica spuntano come funghi.
La prima impressione che chi legge ha è di una persona poco attenta e svogliata (non ha nemmeno riletto quello che ha scritto), più che di persona ignorante (beh, dipende dagli errori...).

Chi darebbe lavoro a una persona che non ha la voglia/la pazienza di rileggere una paginetta scritta in word?

- Lunghezza: OK, la lunghezza dipende dalle esperienze lavorative e dal percorso di ciascuno, però trovarsi davanti un mini romanzo sulla vita di qualcun altro non invoglia alla lettura.
Certo, se si usa il formato europeo (richiesto da tanti), anche il mio CV diventa un capitolo di Guerra e Pace. Allora perché, potendo, non utilizzare un formato personalizzato, in cui si riportano le informazioni essenziali, ma importanti?
Meglio un CV breve e contenente i tratti salienti della vostra formazione e delle capacità, invece che un elenco noiosissimo di mansioni per lo più irrilevanti per l'occupazione che andate cercando.
Avete svolto numerosi lavoretti di vario tipo invece che starvene con le mani in mano? Benissimo! Giustissimo farlo vedere, si dimostra di essere persone che si adattano, sono attive e cercano di migliorarsi. Se i lavoretti non sono pertinenti al lavoro che si sta cercando, meglio raggrupparli in una frase del tipo "Negli anni dell'università ho affiancato agli studi una serie di lavori temporanei nel settore della ristorazione/grande distribuzione/ecc."

- Centrare il target. Si dice che ogni CV dovrebbe essere personalizzato per l'azienda/il tipo di lavoro/la posizione a cui è indirizzato. Parliamoci chiaro, nessuno ha tempo di preparare centinaia di CV diversi (perché al giorno d'oggi bisogna mandarne centinaia per avere qualche chance, parlo per esperienza personale). Va bene allora un modello "per tutte le occasioni", da modificare eventualmente per casi particolari. Se vi candidate per una posizione da traduttore in house, il CV che invierete a tutte le agenzie scelte potrà essere lo stesso.
Meglio sarà personalizzare, almeno un minimo, la lettera/e-mail di accompagnamento. In questo modo darete l'impressione di una persona interessata all'azienda alla quale si rivolge, che ha avuto la voglia e l'interesse di visitare il sito web, di capire a chi inviare il CV e così via.

Vietate le lettere di presentazione di massa e le e-mail di massa! Il vostro CV viene automaticamente cestinato nel 99,99% dei casi.

Nel target c'entra anche la lingua del CV. Se inviate un CV ad un'azienda tedesca, o scrivete il vostro CV in tedesco, o al massimo in inglese, che è usato praticamente ovunque. Ma se vi rivolgete a un italiano, non inviategli un CV in tedesco o in francese. Mi è successo. Una persona italiana, dopo che ho fatto presente che non lavoro con il tedesco, mi ha inviato un CV in tedesco. In italiano o in inglese no?
Anche questo è indice di attenzione nei confronti dell'interlocutore.

Consiglio en passant: se scrivete CV in lingue diverse dalla vostra, sarebbe meglio far controllare il testo da un madrelingua, per evitare errori e brutte figure.

Altra cosa. Va bene fornire prove delle proprie capacità al futuro (si spera) datore di lavoro. Non va bene inondargli la casella di copie di attestati, lettere di referenze e così via. Meglio un elenco dei corsi seguiti, dei diplomi conseguiti: un documento singolo che racchiuda tutte le informazioni, anche separato dal curriculum vero e proprio. Se interessato, al limite il selezionatore richiederà in seguito prove fisiche di ciò che affermate.

Per finire, last but not least: non raccontate bugie! Se avete 20 anni, siete appena diplomati e cercate un lavoro, non ci crede nessuno che siete già stati a capo di un team di colleghi e adesso, pur essendo così bravi, siete alla ricerca di un lavoro. Allo stesso modo, se avete finito l'università un mese fa, per quanto bravi possiate essere, è quasi impossibile che sappiate già tradurre perfettamente in 10 campi di specializzazione.

Davanti ad affermazioni del genere, le mie reazioni sono due: o mi metto a ridere, oppure (specie se la notte ho dormito male) mi innervosisco e rispondo per le rime. Ma si sa, ho un brutto carattere...

Avete altri consigli per sperare di non farsi cestinare il CV?
Qui ne trovate alcuni.

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